Descripción

El espacio para mis consideraciones, ideas,
desahogos, pensamientos, evasiones y
reflexiones...a veces pienso y otras fru-flu.

viernes, 28 de diciembre de 2012

Huellas en la nada

...non riesci a respirare, provi a trattenere l'aria ma ti senti asfisiata, vedi appannato perchè non riesci a controllare le lacrime che scendono piene di sale sulle gancie, lo sguardo  che è perso e vaga da un lato all'altro del salone...
Ti senti piccola, minuscola formica schiacciata dal peso dell'aria e ti disperi perchè non riesci a capirti. Ti maledici perchè non riesci a conoscerti e parlare con te stessa, per chiarire cosa c'è che non va, che direzione prendere, per non ripetere gli stessi errori e smetterla di alternarli a dei nuovi...
Un taglio di capelli sbagliato, una permanente afro che non sai neppure come domare, un appartamento visitato che però è stato appena affittato da altri ed una notizia bomba che non sai come digerire. Ci provi a mandarla giù, ma è come se la bocca fosse un triangolo e la notizia un cerchio. La spingi giù ma non riesci a farla entrare, non puoi inghiottirla anche se lo desideri disperatamente.
Continua quell'invasione che non sai come combattere o come vincere, continua quell'immersione che non sai come controllare...non riesci ad emergere...non riesci a sopravvivere a quell'antidoto che forse è peggio dell' addizione...
Vorresti essere felice, condividere quella gioia che in altre occasioni faresti tua ma che questa volta fa nascere dentro di te un'emozione brutta e che ti spaventa.
L'invidia per due esseri che probabilmente si sono incontrati grazie a te, due essenze spledite che scorrono nelle tue vene come i loro sorrisi ...
Ma quell'allegria non c'è, al contrario. Sei confusa e non capisci il perchè. Durante tutta la tua vita lo hai avuto accanto, presente, amichevole, sincero e disinteressato. Non lo hai mai visto con certi occhi, ad eccezione di una volta, alla fermata del tram e ne sei rimasta sconvolta.
Perchè ora non riesci a far cedere quella corda verso chi veramente ha saputo arrivargli dentro?
Mi maledico. Maledico questo senso di invidia, di solitudine, di vuoto, di superficialità, di egoismo e di malinconia.

miércoles, 26 de diciembre de 2012

Quattro bastoncini di pesce

Quando non sai cosa succede, quando ti chiedi se veramente sei riuscita a conoscerti un po' di più o semplicemente a sopportarti un po' di più...
Cosa accade quando non si riesce a stare soli un pomeriggio a casa, quando l'ansia per sentire la voce altrui è troppa e quindi alzi il telefono e chiami, senza sapere bene chi, dipendendo se qualcuno dall'altro lato del telefono risponderà oppure no...
Quando ti guardi allo specchio e finalmente cedi e ti ascolti perchè l'altra mente te lo chiedeva da mesi forse...guardarsi negli occhi per guardarsi dentro, osservare quel precipizio interno che a volte smette di fare paura e sembra essere sorprendentemente rivelatore.
Basta una valigia disfatta e la fiamma di qualche candela accesa quì e lì...quattro bastoncini Findus per cena ed un tappeto nero, caldo e soffice sotto al sedere, un cartonico rosa con disegnato sù un cuore enorme che questa volta sarà appeso per aprirsi e mostrare quanto la musica possa entrarci dentro...
A volte il cuore si da, si cede, si stritola o si annulla...altre volte lo si scopre ancora vivo e palpitante, sotto un maglione di lana che sembrava aver nascosto a proposito quel cumulo di carne cruda e calda...da solo riesce a farti ricordare che è ancora là, sotto il petto e le costole, che riesce ad emozionarsi con certe lettere che sembrano riemergere da una vita passata, che senza volere è ancora timidamente presente tra le viscere e il sangue. Il cuore che riesce a tranquillizarti con niente, se davvero lo ascolti...che riesce a offendersi se sbaglia di traiettoria o di bersaglio. Il cuore, che troppo spesso viene fatto tacere perchè fa troppa paura farlo esprimere ed ascoltarlo ci manda in tilt.



martes, 11 de diciembre de 2012

¿Qué te duele?

Irresistibile è la voglia di scrivere qualche linea, semplicemente tirare fuori qualcosa che si è bloccato nello sterno, nello stomaco. Settimane di opaca serenità alternata a picchi di allegria energetica, sarà stata portata dal forte vento che soffia da tempo sul'isola.
Voleva che appuntassi quanto pensato, quanto sognato e vissuto dall'ultima seduta. Ma niente. Forse la mano, forse la penna...forse la testa...tutto bloccato, inconsciamente o forse no. Perchè? La risposta non mi interessa. Che è ancora peggio.
La seduta più strana fino ad oggi. Mi ha dato perfino fastidio. Mi pungicano delle parti del corpo insignificanti, mi sento inquieta, scomoda, magari dolorante. Certamente instabile.
¿Qué es que me duele? Para que estoy aquí? ... pues yo qué sé, dimmelo tu che sei il medico o no? Ma non voglio sapere cosa mi stia facendo male, non sono interessata a sapere perchè sono venuta e perchè sono rimasta.
La risposta già la so. Ma non mi interessa, te l'ho già detto.
È come un fiume di ricordi quella tormenta di vecchie emails e messaggi che ha cullato la nottata di ieri. Saluti, racconti, pensieri e confidenze dal 2006 ad oggi, così casuali che ti sbattono il passato in faccia anche teneramente, non riesci a capire se è la nostalgia a controllare la tua mente o la tristezza per aver preso coscienza del tempo che passa, delle persone che sfuggono e i sentimenti che scivolano dalle mani.
Messaggi erotici di un amico, pensieri condivisi con un mezzo sconosciunto, racconti e confidenze tra amici nuovi e non, lontanissimi a volte, richiesta di calore e d'amore tra familiari separati da kilometri di distanza, pagine di un libro mai pubblicato e poesie d'amore vero e travolgente.
Dodici anni di un'esistenza, inverni ed estati passati come passa il tempo di bere un drink o fumarsi una sigaretta, viaggi a non finire, trasferimenti da un posto a l'altro come quando cambio i calzini...possibile che abbia vissuto così tanta vita? Possibile che tutto ciò e che tutti quei volti siano passati per il mio cuore e anima in dodici anni?
Come faccio ad uscire da un incantesimo che sembra avermi intrappolato? Perchè tutto si è bloccato? Perchè non apprendo nulla di nuovo? Perchè sento che l'anima si stia seccando ed il coraggio affievolendo? Perchè invidio chi continua a sfudiare e riesco a maledire quest'eclissi che vivo?

viernes, 7 de diciembre de 2012

Especial

Qué dulce fue tenerte cerca estos días. Tan dulce e intenso, que ahora te echo de menos. Me transmites respecto, confianza, alegría y sinceridad.
Eres como una ancla segura y presente, siempre tan preciso y puntual. Tu ser es el punto de apoyo, esa cuerda que cuelga de la nada cuando los esquemas de mi vida se caen, repetidamente se deshacen y todo se rompe en pedacitos.
Paralelas nuestras vidas van por caminos distintos y a la vez parecidos. Dos lineas que no dejan de juntarse cuando la perspectiva les permite acercarse.
Me confunden, te confunden. Te pierdes y me pierdo. En desequilibrio constate pero fuertemente conectados desde dentro, desde lo más hondo de nuestras almas, como cuando erábamos adolescentes rebeldes y soñadores. Ese vínculo que me ha devuelto el aire a veces...
Me alegro de haber vuelvo a encontrarte en aquel metro aquella noche. Me alegra haberte dejado entrar en mi vida tan especialmente que no podía ser de otra forma.

jueves, 27 de septiembre de 2012

Después de la tormenta...la liberación

Me siento orgullosa de mi misma hoy, me siento serena y optimista, siento que estoy haciendo las cosas bien por una vez en mi vida. Hace mucho tiempo que este sentimiento de paz no me acompaña. Pero hoy he vuelto a tenerlo.
Llega la carta del centro de donación de sangre y me siento bien y sana. Desde el cristal en el trabajo de repente aparece fumando abajo, bello e intrigante como siempre y por primera vez le veo tan pequeño que no vale el juego.
En el comedor un fantasma se materializa frente de mi, mirándome sin saber qué hacer, ni tiene la valentía de saludarme...y en mi alma se queda como una vieja fotocopia descolorada y casi transparente.
Después de semanas tórridas y con la sensación de salirme de las paredes, por fin empiezo a sentir una cierta calma, me parece de haber liberado de una vez mi alma y mi gana de vivir. De haber liberado mi cuerpo de un estado de inquietud y malestar y a la vez de dejar respirar mi espíritu.
Tuve un sueño anoche, de tanto acordarme de ti, Manu, sigues visitándome hasta en mis horas de descanso nocturno...porque sabes que ahí es donde bajo las barreras y no me resisto, donde me dejo llevar y tú y yo cogemos sentido.
¡Cuánto me cuesta renunciar a ti! Qué peligro corro sin ti a mi lado, qué riesgo enorme estoy asumiendo para conseguir entenderme de verdad, sin necesidad de auto-engañarme o esconder mi cabeza bajo la arena, como hacen los avestruces con la tierra o los niños cuando hunden sus piedecitos bajo la arena caliente...
Hoy me quiero a mi misma y al mundo a la vez. Quiero seguir evaporándome un poco más, por lo menos hasta mañana...déjame sólo un poquito más, anda.

miércoles, 12 de septiembre de 2012

El malpensante

Me gustaría estar en una capsula especial, protegida de la llegada del nuevo día y a la vez de una nueva tormenta de arena. Me gustaría desear un cuento sencillo, de narrativa muy poco variada, ojalá incompleta, llena de personajes secundarios y sin coloridos y de un estilo aburrido.
Me gustaría poder resignarme a vivir sin pasión, sin intensidad, a llevar una vida que no sea digna de ser narrada. Pero simplemente no puedo ni sé cómo se hace.
Vuelven a mi lado ciertas miradas y ciertos momentos y ya estoy confundida de nuevo. Llego al tres y vuelvo a empezar por el uno. Quisiera escribirte o llamarte pero termino escondiendo el móvil debajo de un cojín para alejar esa tentación.
Me miras de nuevo a través de una pantalla y tu sinceridad vuelve a conquistarme. Lo hago todo al revés y lo peor es que lo sé pero no puedo evitarlo. De repente se me ocurre llamarte y quedar para vernos a los ojos y encararme con lo que tengo dentro. Me congelo para frenar ese impulso, que sólo parece hijo del instinto y de esta forma no empeorar la situación, no hacerte más daño del que te estoy haciendo.
Me siento algo mareada, me mareo yo misma, no hace falta nadie más, en serio. Sé hacerlo yo muy bien. Una ola de viento me empuja a coger el móvil y ser melancólica y otra me obliga a aislarme porque no son normales todas las cosas que pienso, no es normal buscar a esos ojos en un mogollón de gente en un concierto, no es normal enrojecer por el mensaje de un amigo e imaginar qué podría pasar después de su verano londinense.
En Cafè de Flores habían dos almas gemelas...igual podría existir? pero él no puede ser...y peor se sentiría al descubrir que el amado sólo fue su hijo en otra vida.

lunes, 27 de agosto de 2012

Mi solsticio

He vuelto a los abismos, de nuevo en mi nubes de dudas y angustias. Estoy como prisionera de la incertidumbre, del sentido de culpa, un vacío enorme y profundo que ha vuelto a abrazarme. Intento sacar la cabeza afuera para retomar el contacto con el mundo pero todo está tan lejos y yo tan distante.
Me siento cada día peor. Me siento sucia y oscura. Pienso en sus ojos dulces y llenos de amor y recuerdo mis palabras. Deben de haberle llegado con una puñalada.
Lo de menos es la realidad, todo lo que se puede conocer y descubrirse.
Esta luna vuelve a crecer y vuelve a hablarme. Me mira desde arriba como atónita, perpleja y también dudosa. Su mirada parece severa y seria. Me exige ser justa y leal y por eso me pide simplemente no hacer nada, nada que no tenga claro, nada improvisado o impulsivo. Me tiene controlada, antes también ha vuelto a callarme. Cómo me cuesta renunciar a ti, ni lo imaginas.
Por qué somos así? Por qué no podemos enamorarnos de quienes nos tratan bien, nos respetan, están, siempre están...silenciosos y discretos pero enormes...es a veces tan fácil olvidarnos de ellos...Por qué no tengo ese remolino en el estómago, por qué no puedo pedirle a mi corazón enamorarse locamente de él? Casi lo veo desde lejos, en el tiempo...un amor pacato pero sincero y leal, maduro y constante...O grande amor.

martes, 24 de julio de 2012

Nos quedan muchos más regalos por abrir

Estas son las noches que me molan. Yo solica en casa, en mi mundo, con mi música y construyendo y regalando amor. Llevo 3 horas en la cocina, cortando verduras, limpiando herramientas, hirviendo agua salada y preparando comida muy rica que acabo de guardar en el congelador. No para mi,obviamente. Sino para mi sobrina que llegará la próxima semana.
Me gusta el libro que estoy leyendo "La comida del buen gusto" y seguro que ciertas páginas de este breve ensayo sobre el arte del cocinar, me han acompañado desde hace unas horas. Miro el horno y las ollas sucias y me siento feliz. Eso de que cocinar para los que queremos es un simple y verdadero acto de amor, me tiene loca.
Respiro hondo y me siento en paz con el mundo, hoy y ahora, en esta cocina donde el horno encendido calienta el aire, con la ventana del balcón entreabierta que deja a la voz del vecino mezclarse con las letras de Ivan Ferreiro y Vetusta Morla que me hacen compañía desde las ocho, minuto más, minutos menos.
Respiro hondo, de nuevo y me acuerdo de ti. De lo mucho que me gustaría si me dejaras echarte un poco de menos. Esa sensación de desear escuchar tu voz pero a la vez tener que aguantarme para tenerte de nuevo, mañana. Sigues desconcertándome, sigues sorprendiéndome, sigues haciéndote cada día más grande...dentro y fuera de mi.

viernes, 6 de abril de 2012

...time

Oigo tu voz, profunda, estable, segura y firme...se entremezcla con tu mirada, dulce y sincera. Me confundes, cada día un poco más. Me sorprendes, cada vez un poco más. Quería darte tiempo para darte a conocer, abrirte y no sé bien cómo, pero lo estás consiguiendo. Te acercas poco a poco a mi rincón feliz, donde todo puede ser...haces que tenga ganas de abrirme más, que deje bajar esa barrera que he construido y que me ha protegido hasta ahora. Haces que sonría por un mensaje muy tonto, que me quede sin palabras si me cuentas algo que nunca me habría esperado que hicieras. Me gusta lo despacito que vas, no tienes prisa, porque ya lo sabes...todo es cuestión de tiempo.

domingo, 11 de marzo de 2012

underwater

Semplicemente inconsolabile. Mi sento triste, ripenso al passato perchè mi capitano nelle mani delle vecchie foto e nell'aria suonano delle canzoni e delle melodie che mi riportano a qualche anno fa'...così all'improvviso...
ma come vengono se ne vanno anche...le respingo con piacere perchè non mi fanno bene.
Di questo in fondo si tratta, di scacciare ed allontanare ciò che non ci fa stare bene. Saperlo riconoscere e per questo voltargli le spalle.
Il problema diventa però quando non riesci ad afferrare qualcosa che ti fa stare bene. Quando lo vedi davanti a te e ti fa sorridere e ti fa sentire serena, ma non riesci a trattenerlo nelle mani. Invece di strigere forte, apri il palmo delle mani e lo lasci andare...lo lasceresti cadere o peggio ancora, lo lasceresti rompersi piuttosto che afferrarlo forte e tirarlo verso di te.
Allora gli prendi le mani e te le porti alla bocca, lo abbracci e ti senti come sicura su un appiglio. Ti stringi forte a lui nelle notti perchè senti che così non ti perderai nell'oscurità degli abissi che non riesci a controllare. Chiudi gli occhi ed hai la sensazione di essere in un altro tempo ed un altro spazio, dove però i volti si confondono, le voci anche e le carezze sembrano le stesse. Però poi lo guardi negli occhi e senti quel brivido triste che ti fa capire che continui ad essere sulla terra e che quelle braccia e quelle labbra non riescono a farti evaporare.
Non ce l'hai quella sensazione di folle inquietudine che ti fa stare male e bene allo stesso tempo, vorresti sentirla però non ci riesci. Non si tratta neppure di fingere nè con la circostanza nè con te stessa. Provi ad aprirti, a far uscire tutto quello che senti dentro ma qualcosa si blocca. Ti fermi e ti allontani, se lui non è con te. Non te lo spieghi. Più c'è e più è presente e ... più lo senti vicino, dove tu vuoi che stia, in quell'angolo del tuo mondo felice dove stai cercando di fargli spazio...ma quando si allontana, allora, anche tu voli lontano dove non c'è posto per nessun'altro ad eccezzione dei tuoi dubbi e dei tuoi abissi.
Pensi che per il suo bene dovresti frenare bruscamente tutto questo fluire e vorresti farlo ma poi certi sguardi ti dicono tutto il contrario e quindi entri in confusione e ritorni ai tuoi abissi e non sai più da dove ricominciare, se da dove lo hai lasciato o da dove è cominciato.

jueves, 1 de marzo de 2012

L. Dalla


Oggi se ne è andato l'uomo, l'autore ed il musicista che ha accompagnato la mia adolescenza per via di quanto lui e la sua musica piacevano a mia mamma. Spesso tra le cassette che lei ascoltava c'erano quelle di Dalla, come no. E questa settimana la cassetta come supporto audio compie i suoi primi 50 anni e lui così grande se ne è andato oggi a 69 anni. Non riesco a smettere di ascoltare delle vecchie canzoni sue che mi riportano a giorni così lontani ma a scene così vive nella mia memoria e non posso fare altro che sorridere.
Negli ultimi anni, non so perchè, ho rivalutato molto a tanti di questi artisti e mi chiedo perchè prima mi vergognassi di dire agli amici che ascoltavo la musica di questi grandi e che potevo cantare a squarcia voce le loro canzoni, perchè me le sapevo a memoria...infondo che ne capiscono gli adolescenti di buona musica?
Scusa Lucio, davvero. Questo magari ti suona a una sorta di omaggio a te e a ciò che hai rappresentato, forse lo è pure, infondo...ma allo stesso tempo è per me la scusa per fare qualcosa che ho da tanto voglia di fare, che sono mesi che mi gira nella testa... onorare i miei di amici e la loro amicizia, perchè tu stesso scrissi venti anni fa' qualche linea che faceva più o meno così: "vedi, caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare".
Ed è così, non facciamo altro che crearci delle nostre illusioni e più piccoli stimoli di ogni tipo, perchè comunque vogliamo vivere e vogliamo sorridere, perchè il tempo passa come un treno che corre veloce veloce e gli anni trascorrono come se fosse niente.
Ne sono trascorsi quasi trenta ed  io ho una voglia matta di ringraziarli tutti questi anni e con loro i miei amici, uno per uno, ho voglia di guardarli negli occhi e prenderli per la mano e dirgli che sono fortunata ad averli nella mia vita, lontani a volte e a volte molto vicini, perchè anche questo di anno passerà in un istante e "vedi amico mio, come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io" e che tu sia con me...

viernes, 24 de febrero de 2012

23F

Es como si estos tatuajes hubieran estado siempre dibujados en mi piel. Les miro y les vuelvo a mirar y ahí están. Negros y vivos y tan delicados...El grande además me parece hasta más bonito que en el dibujo original. Vuelvo a recordad el encuentro que detonó esa decisión, lo mal que estaba, lo dolida y perdida que me sentía.
Fijo el dibujo y me veo en esos ojos, esa niña soy yo, la tengo yo esa herida, yo misma soy esa herida...un día cicatrizará del todo, estoy segura pero también estoy segura de que no volverá a abrirse o a sangrar. No permitiré a nadie volver a hacerme una herida tan grande, porque si tengo que sufrir en esta vida es porque yo lo desee, es porque yo me quiera hacer tanto daño, porque yo me busque o me abra otra herida.
Te llevo en un tatuaje, no a ti, iluso, a la circunstancia que compartimos ... porque ahora lo he entendido, no quiero príncipes a caballos que me rescaten ni ranas a mi alrededor, sólo quiero ser la mujer de mi vida y de mis sueños, mi musa inspiradora.
Un día leí por el muro del facebook de una persona que conocí apenas que el dolor puede existir como conciencia de la existencia..."el dolor nos marca y nos recuerda que somos carne, huesos, músculos, fibras...el dolor nos dice que no somos un número. Nos dice que sentimos y que estamos vivos. El dolor nos hace humanos, nos diferencia de las máquinas y nos hace ser conscientes de nuestra vulnerabilidad, de nuestra dependencia, de que no existimos sin nosotros. De que soy porque somos. Es el dolor que produce la injusticia que nos lleva a la solidaridad. Tu dolor es mi dolor, es nuestro dolor, vivas en el barrio de al lado, en el pueblo de al lado o en el continente de al lado".

domingo, 5 de febrero de 2012

cuando uno la caga

te puede dar rabia, pero la verdad siempre hay que decirla, aunque pueda doler. sería ideal expresarla de una forma que no haga daño a los demás pero al final siempre se termina cagándola. cagándola con quien tiene que escuchar, con quien tiene que hacer sus cuentas con esa doliente compañera. así que por eso he dejado de buscar la forma más oportuna para decir lo que pienso. lo digo y aunque lo diga con delicadez y cuidado, siempre acabo por vomitar lo que tengo dentro o que no tiene lógica para mi.
salieron dos lágrimas grandes anoche porque vi que había hecho daño, que esa amiga no se espera aquellas palabras, aquella forma tan directa con que le llegaron al corazón, igual se esperaba comprensión  y un sencillo abrazo. pero no pude. no pude callar lo que pensaba. más aún porque me duele verla sufrir. me duele y me vuelve rabiosa esa poca estima que a veces los amigos tienen de si mismos, esa dejadez o ese escaso amor propio que luego permite a los demás de hacerle daño. no puedo callar frente a todo eso. anoche tuve que cagarla para que entendiera lo mucho que se está perdiendo.
puede que lo hiciera para mí y no para ella. puede que necesitara soltar con rabia ciertos sentimientos para librarme yo misma de ciertas sensaciones. no lo sé. lamento esa reacción y las lágrimas que provoqué.
igual es la nieve que ha caído en Palma que me vuelve hielo, a veces. pero hielo no soy, ni fría ni mucho menos. esa nieve suave que lleva dos días despertándome y adulciéndose las horas. me hace sonreír y me vuelve melancólica. me vuelvo dulce y tranquila y un poco niña.
hace mucho que no me sentía así. llevaba semanas inquietas y removidas. quizás necesitaba descansar y volver a tomar contacto con mi realidad, con la tierra, con la casa...la tierra y la casa que este fin de semana han sido mis fieles aliadas y confidentes. la tierra que esta mañana ha vuelto a manchar mis manos, mi piel y mis uñas. esa tierra fría y mojada pero nueva y reveladora con la que he llenado las macetas de mis balcones y ensuciado el suelo...esa masa negra y húmeda que me ha hecho sentir viva y de nuevo fuerte.

miércoles, 1 de febrero de 2012

Recorrendo media Italia en un Freccia Rossa

26.1.12 ... 
Lascio Venice con una sonrisa enorme, una stanchezza accumulata atroce, una soddisfazione piena sia per come me la sono cavata a livello professionale che personale. Sono contenta di essermi porsa come sempre, essermi messa in gioco, cioè essere comunque stata Francesca, senza ma e senza però, così come sono io, genuina, perseverante e comunicativa. Penso da dove vengo e ringrazio il cielo di avere fatto gavetta nel mondo della comunicazione e delle relazioni pubbliche ed istituzionali. Penso di essermi saputa pormi educatamente, socievole e soprattutto allo stesso livello dei vari interlocutori con cui ho interaggito, il carico non mi spaventa, nè i titoli nè i tallers eleganti o certi accenti o modi di dire sprezzanti o altezzosi. Spero di fare altrettanto bene a Florence.
Ripenso a questi tre giorni intensissimi e fatti di soprese. A cominciare dal primo hotel a Mestre, dove tutto è cominciato e poi passando per quella vista mozzafiato all'aprire la finestra del  Principe, ritrovarmi praticamente sul Gran Canal di VCE, con una camera in stile veneziano che mi ha fatto sentire fuori dal tempo e come una dama dell'Ottocento. Poi l'attraversata in vaporetto fino a San Marco, da togliere il fiato e farti girare la testa, tante gondole, tanti scorci irresistibili. Poi arriva il Bauer, per molti il migliore e più elegante hotel di Venezia, in un Palazzo signorile veneziano in piena laguna, ad un passo da Piazza San Marco. Un letto enorme tutto per me, una sala da bagno da sogno, una finestra sul canaletto...indimenticabile la prima colazione su quella terrazza davanti al Palladio, lì davanti timida e maestuosa quella basilica...quanta nostalgia ho sentito durante quella colazione...ed oggi la ciliegina sulla torta! ... un giro in motoscafo por VCE ed i suoi canali come una star di Hollywood, una lancha che mi accompagna all'hotel solo per prendere la valigia (impossibile descrivere la curiosità con cui il personale guardava verso la barca e mi ha poi sorriso riconoscendomi come la Francesca di Hotelbeds! Ahhaha!). Mancava James Bond ad uscire all'improvviso con i suoi occhiali scuri da sole per prendermi e portarmi via!
...alla fine quello che conta è l'esperienza in sè, il fragore di ciò che mi ha lasciato quel ricordo che però non ho potuto condividere con nessun altro, questa orbene è l'unica grande pecca.
Mi chiedi di rinunciare a tutto questo conoscere-vivere-conoscere, se posso averlo in solitudine? Beh...sola è tutto più triste, è tutto a metà... Fa bene averli questi momenti, perchè è certo, valgono tanto, tantissimo, però rabbrividisco all'immaginarmi tra dieci anni nuovamente su quella terrazza in un posto stra-lussuoso e nuovamente sola... non c'è nulla di più bello che condividere con gli altri certe esperienze mitiche ed irripetibili... fisso quindi il mio riflesso nel finestrino del treno e divento triste.

domingo, 15 de enero de 2012

Con mis soledades voy, de mis soledades vengo

12.01.12
Che succede quando ti rendi conto di essere in un posto che non ti spetta e che magari neppure ti stimola? Ti guardi attorno e vedi che hai sbagliato molto. Vedi esattamente il principio dell'errore, quella deviazione che ha cambiato il corso degli eventi della tua vita.
La vedi e sai che tutto risale ad otto anni fa'. Una decisione sbagliata, presa con poca convinzione, forse a causa della gioventù e della poca esperienza, quando ancora non ti conoscevi...
Una tournée che non fu, maschere, truccho, musica, salti e colori che ti alimentavano, che avrebbero potuto allimentarti l'anima, il cuore e la fantasia.
L'emozione di un salto nel buoio, un sonriso o uno scherzo da pagliaccio che ancora ti fa ridere e che ti fa emozionare, perchè sei seduta sola su quella poltrona davanti al palcoscenico, i tuoi vicini di sedia sono il tuo passato ed il tuo presente, mentre magari il tuo futuro è seduto davanti a te e ti copre un po' la visuale...sorridi, non riesci a smetterla di applaudire e, come per magia, un lagrimone scende sulla guacia per l'emozione...
...meno male che a nasconderlo adesso c'è una frangetta liscia e retró che sognavi da tanto, ma che non hai mai avuto il coraggio di farti...ah! E tutto sembra cambiare di nuovo, ti reinventi e non ti conformi...
...e sorridi, perchè senza capire come mai, queste righe già non sono poi così secrete...

viernes, 6 de enero de 2012

That's how the new year began

Llevo varios días con las ganas de escribir pero no he tenido tiempo de hacerlo. Ha empezado el año nuevo y yo me siento casi muy bien. Seguro que mejor que el año pasado de estos tiempos. He elegido estar un año entero sin nadie a mi lado (sentimentalmente hablando) y seguro que me ha venido bien. Me conozco más, me valoro más, sé ahora apreciar cosas de los demás que antes quizás no valoraba. Creo que es logro o la lección más importante que me trajo el 2011.
Con pena admito hoy que a menudo los que me rodean no son como me gustaría que fueran...igual es algo fuerte lo que voy a escribir, pero es así y no quiero ser hipócrita conmigo misma. Mi hermana por ejemplo, a veces parece ser una desconocida, en el sentido de que no tiene casi nada en común conmigo a excepción de la sangre y de nuestros padres, está claro. Me duele el corazón al recordar una frase que me soltó hace dos veranos..."si no fuéramos hermanas, nunca sería tu amiga"...tiene cojones, a qué si?...pero es cierto, casi la entiendo, nuestras ideología no son iguales, ni nuestros pensamientos, ni nuestra opiniones e inquietudes se parecen. No compartimos ni los mismos gustos musicales, de cine, literarios...
Me siento como si me hubiese engañado durante todos estos años...Lo mismo pasa con mi madre. No consigue nunca ponerse en mi piel, adelantarse a un deseo, simplemente superarse de vez en cuando en sus límites o pre-conceptos, no puede hacerlo ni por mi...no sé si es la edad, si con la madurez también llega el egoísmo y la arrogancia...no sé qué pensar. ¿Por qué coño no puede escucharme alguna vez? Por qué coño no  intenta dejarse llevar una vez en su vida? Por qué no prueba a tirar hacia una dirección desconocida que le aconsejo yo? Por qué es tan rígida conmigo, con el mundo y con la vida en general? No puede ser que uno llegue a los 60 años y deje de aprender o escuchar a los demás, que no piense que las cosas pueden diferentes a como uno cree que sean.
Pienso de repente en la familia de Eloy, ellos son menos hipócritas que nosotros...no se caen bien entre ellos y entonces simplemente se evitan. ¿Qué sentido tiene intentar una y otra vez juntarse con toda la familia, hacer como que todo va perfecto y es genial, si realmente parecemos unos extraños en nuestros corazones? Boh...sin palabras, de hecho.
Entonces es cuando entiendo el porque de ciertas cosas, el porque de ciertos encuentros y amistades. Tenemos amigos y amigas porque son los hermanos y hermanas que siempre quisimos tener a nuestro lado, pero que no tenemos...son personas con la que podemos compartir experiencias, situaciones y sentimientos que de otra forma no compartiríamos ni con nuestros familiares más cercanos. Por esto me alegro tener aquí a Irene en estos días y me alegro de echar de menos a Marta, Perri, Valeria, Mafy y l@s demás...es una noche de Reyes un poquito rara.